Intervista di U2place a ruota libera con Fran Tomasi, storico organizzatore dei concerti U2 in Italia
Fran Tomasi e Bono a Dublino nel 2004
Siamo oramai nell’immediata vigilia del ritorno del Joshua Tree Tour in Italia, a distanza di trent’anni dal leggendario periodo mai dimenticato e che ci apprestiamo a rivivere, con i due concerti di Roma del 15 e 16 luglio.
1987 – 2017, un periodo e delle date che tantissimi di noi associamo agli U2.
Organizzatore dei concerti del Joshua Tree Tour nel 1987, è stato Fran Tomasi con il suo staff. Abbiamo potuto interpellarlo nei mesi scorsi, prospettandogli la nostra idea di voler ripercorrere quel periodo, cercando di sapere da lui più cose possibili e Fran Tomasi ha accettato con grande entusiasmo ed abbiamo il grande onore di averlo qui con noi.
U2place: Ciao Fran, un nome+cognome tuttoattaccato, che noi avviciniamo subito ad uno dei periodi più belli e nostalgici della nostra vita. A distanza di tempo, abbiamo la grande opportunità per ringraziarti per quanto hai fatto per portare gli U2 in Italia, superando ogni ostacolo incontrato per strada e contribuendo in modo concreto ad accendere il fuoco per gli U2 in Italia, così come lo identifichiamo tra noi fan.
Grazie.
U2place: Caro Fran, non sappiamo nemmeno da dove cominciare, proviamo a chiederti degli inizi, perché gli U2 e quando inizia il tuo rapporto con loro?
Fran Tomasi: Da alcuni anni avevo cominciato questo lavoro, organizzavo concerti ed eventi, cercando di elevare costantemente il livello e la qualità del prodotto e migliorare il livello qualitativo dell’organizzazione e garantire la sicurezza ai concerti. Uscivamo da un periodo in cui l’Italia era stata tagliata fuori dal circuito dei concerti importanti, proprio a causa delle molotov ricevute sul palco di Lou Reed e Santana.
Inoltre i miei colleghi già affermati - ricordo uno di loro il mio maestro Franco Mamone -, erano più rivolti ai vecchi gruppi. Io invece ero più interessato alle nuove proposte, i gruppi emergenti come gli U2 appunto.
Quelli erano anni nei quali era difficile trovare un generatore di elettricità, le compagnie di facchini erano giovani studenti universitari approssimativi, non esisteva il concetto di supporto catering, non c’erano nemmeno dei palchi adeguati agli eventi cui pensavo. Insomma, non c’erano i presupposti minimi e si improvvisavano un po’ le cose.
Avevo lavorato con Lou Reed ed il mitico concerto dei Talking Heads di Roma 1980, musica di grande classe, organizzato tutto il lavoro con il mio staff ed abbiamo lavorato con grande passione.
Verso la fine del 1984 ho ricevuto una gradita telefonata da un agente che ha apprezzato il nostro lavoro e la passione del mio team e mi ha chiesto se volevo scegliere e organizzare uno dei seguenti gruppi, tra i Police, Prince e gli U2.
U2place: che bello Fran, subito dei ricordi gustosi, sapientemente ricordati. E cosa ti ha spinto a scegliere gli U2, che all’epoca erano semi-sconosciuti?
Fran: all’epoca vivevo e lavoravo a Bologna, città molto aperta e piena di Radio Indipendenti, che passavano i dischi degli U2, Boy, October e War. Li conoscevo e li apprezzavo già, ero un loro fan anche io e devo dire che la scelta è stata molto fortunata.
Apprezzavo molto Sting, ma adoravo gli U2 e la loro musica molto raffinata, non ho avuto nessun dubbio.
U2place: ma quindi li hai conosciuti già in occasione della prima esibizione italiana di Milano e Bologna, febbraio 1985?
Fran: purtroppo no, a causa di una polmonite che mi forzò a casa. In quelle due occasioni ci furono dei piccoli disguidi, accentuati anche dal cambio improvviso di location a Milano. Come saprete anche voi, il tetto del Palazzetto dello Sport crollò sotto il peso della neve e ci siamo sistemati in un improvvisato Palatenda di Lampugnano. Poi altre piccoli ‘disservizi’, spumante anziché champagne e asciugamani bianchi anziché neri, insomma, non iniziò tutto per il verso giusto.
U2place, caro Fran pagheremmo di tasca nostra per poter rivivere quello che hai vissuto tu. E poi come è continuato il rapporto con gli U2?
Fran: con Paul McGuinness che voleva farmi fuori! Fortunatamente però, l’agente che ci mise in contatto a fine 1984, nel frattempo aveva accresciuto di molto il suo lavoro e la sua affidabilità, organizzando fra gli altri, concerti dei Simple Minds, Simply Red, Lou Reed e parecchi altri e davanti a Paul McGuinness, mi ha difeso strenuamente, convincendolo che ero la persona giusta.
Ricordo un pranzo deliberatorio a Londra in quel periodo, fine 86.
Devo dire che al termine del Joshua Tree Tour, proprio Paul McGuinness ha riconosciuto l’organizzazione nostra delle date di Modena e Roma, come una delle migliori in assoluto, dopo i giapponesi e gli americani.
E questo è stato per me un grandissimo complimento che mi porto dentro e che ricordo con orgoglio.
U2place: certo Fran, siamo solidali con il tuo orgoglio perché è anche il nostro. Per noi sono nomi avvolti da un alone leggendario, che tu hai conosciuto e frequentato da sempre.
Fran: si, devo dirvi che quelli in generale erano anni nei quali si usciva dal post-punk, l’eroina e le droghe erano molto diffuse nell’ambiente. Stava terminando la scia emotiva dell’ondata del ’68 e mi si presentarono gli U2, una band di brave persone, dove nessuno usava sostanze stupefacenti, avevano dei valori importanti, cattolici e civili. Mi sembravano in grado di riesumare quei valori che si erano un po’ persi ma che erano latenti nella società di allora.
Gli U2 arrivavano al cuore prima di tutti. Di persona erano un gruppo di irlandesi molto divertenti, certamente non dei bigottoni e quello era anche un periodo nel quale praticavano in modo importante l’osservanza cattolica
U2place: Fran stai stuzzicando moltissimo la nostra curiosità, puoi raccontarci come è andata in fase di organizzazione dei concerti del Joshua Tree Tour 1987? Sei conscio del fatto che anche grazie al tuo lavoro organizzativo, noi fan abbiamo dei preziosissimi ricordi che preserviamo?
Fran: devo dire che mi hanno sempre riconosciuto che facevamo un ottimo lavoro, abbiamo lavorato assieme con grande passione e ribadisco che ero anche io un loro fan.
Quelle tre date italiane furono organizzate assieme a loro, in un Team molto unito ed in quelle riunioni che facevamo, decidevamo tutto assieme agli U2. Locations adeguate, catering e dettagli vari dell’organizzazione mastodontica e perfino il prezzo dei biglietti. Ricordo che Larry era molto interessato a questo dettaglio.
Avevamo richiesto il Dall’Ara di Bologna, ma il Comune non ce lo concesse, allora mi sono spostato a Modena ed abbiamo organizzato quella famosa doppietta di fine maggio 1987.
Quelli erano Tour organizzati per promuovere il disco, in quegli anni funzionava così con tutto ciò che ne consegue. Ai giorni nostri invece, nei quali si vende sempre meno la musica, i Tour sono organizzati per fare cassa e Live Nation ha inventato una modalità nuova.
Il fautore dell’operazione è stato Michael Cohl e la novità consisteva nel “comperare” un intero Tour mondiale (circa 110/120 milioni) in blocco e massimizzare gli incassi, secondo l’orribile legge del mercato.
Ed inoltre dove possibile acquisire la gestione totale dei gruppi. In definitiva la logica è quella di accentrare le varie funzioni svolte separatamente dal manager, agente e ora anche quella dell’organizzazione nei vari paesi attraverso le filiali di Live Nation.
Gli U2 hanno sempre apprezzato il fatto che per combattere il bagarinaggio e quello che adesso è chiamato Secondary Market, mi tenevo 3/4mila biglietti per ogni evento, da rivendere in prossimità del concerto, direttamente dai botteghini delle venue. Ma all’epoca tutti compravano uno-due tagliandi, adesso online puoi prenderne anche 8..
U2place: sono multinazionali che ad un fan appaiono come entità fredde, con una mentalità usa-e-getta degli eventi cui partecipiamo.
Fran: già, devo dirvi che altri bellissimi ricordi che conservo, sono le cene dei post- concerti. Quei momenti di distensione e serenità nei quali, seduti tutti allo stesso tavolo degli U2, si discuteva anche animatamente di argomenti vari, che poi sono anche esplosi nelle varie attività di Bono.
Erano sempre discorsi molto vivaci cui partecipavano a volte anche Annie Lennox, Peter Gabriel e Jim Kerr, più o meno attivamente.
Tutti assieme abbiamo instaurato un rapporto straordinario e duraturo. Sicuramente anche favorito dalla mia laurea in Filosofia, che permette di sentirmi vicino all’anima dell’interlocutore, ma che in sostanza mi favorisce nella costruzione dei rapporti.
Fran Tomasi e Bono alla Fondazione Kennedy
U2place: Fran, hai voglia di descriverci brevemente le caratteristiche di ognuno tra Adam, Larry Edge e Bono?
Fran: Edge è una persona timida, buonissima, dolce, con un gran bel sorriso. Un uomo con i piedi per terra, con lui ho da sempre avuto un gran bel rapporto.
Larry è di gran lunga il più pragmatico, molto molto concreto, colui che tra l’altro si interessa maggiormente dei danari degli U2.
Bono di gran lunga il più chiacchierone, un parlatore da competizione. Sicuramente il più disponibile di tutti, un uomo con intelligenza sopraffina. Una delle persone più intelligenti che io abbia mai conosciuto. Vi confido che negli anni 70 e 80, lui giocava a scacchi ed era fortissimo da affrontare. A Dublino giocava anche contro più di un avversario contemporaneamente. Batteva anche i computer.
U2place: E Adam?
Fran: Adam merita alcune parole a parte, ragazzo veramente buono, uno spirito libero ed un po’ particolare. Grande appassionato di automobili! Pensate che nello ZooTv tour, nel 1992 e 1993, c’era un camion guidato da autista, alle sue dipendenze, che gli serviva per portare in giro per il mondo due macchine che trasportava e che Adam voleva a disposizione se voleva farsi un giro.
Adam ha sempre apprezzato le donne di colore, il suo ideale era la povera Whitney Houston. A tal proposito mi fate venire in mente la burlonata architettata con Bono finchè eravamo a passeggio in Via Veneto a Roma. Ad un certo punto mi sono accorto di una foto su un cartonato a grandezza naturale della povera Whitney e con Bono abbiamo insistito con il proprietario del negozio di dischi, per portarcela via. L’abbiamo fatto e l’abbiamo messa all’ingresso della stanza di Adam in Hotel.
Ricordo benissimo le lacrime agli occhi che avevamo tutti assieme.
U2place: splendidi ritratti Fran, grazie. Tornando a quel leggendario periodo del Joshua Tree Tour 1987, quelli erano giorni nei quali la nostra band è passata sulla bocca di tutti. Ricordiamo ad esempio che un mese prima dei concerti italiani, a fine aprile andarono addirittura nella copertina di Time, dopo i Beatles, The Band e gli Who. La rivista Rolling Stone, ha inserito Joshua Tree al terzo posto nella classifica dei migliori album degli anni ’80.
Fran: a proposito di Rolling Stones, mi fate venire in mente un aneddoto. Era il 1990 quando ho organizzato i due concerti dei Rolling Stones a Torino ed a Roma. Il giorno del concerto di Torino ho ricevuto una telefonata dagli U2 che mi avvertivano che stavano arrivando a vedere l’esibizione. Boh mi sono detto. Adam, Larry ed Edge hanno vissuto il concerto dal prato, mentre Bono mi ha raggiunto al posto dove ero io. Ad un certo punto gli ho chiesto: ma come mai siete a Torino per gli Stones? Non li avete mai visti prima? E Bono mi prese in contropiede rispondendomi: si Fran, li abbiamo già visti diverse volte, ma volevamo sapere se sono più famosi di noi!
Ricordo che a fine concerto Edge, Larry ed Adam erano così "allegri" che sono rimasti a dormicchiare nei camerini dei Rolling Stones!
U2place: ecco Fran, questo è un vero tocco da rockstar! Per caso ti ricordi qualche vezzo da parte degli U2 in questo senso?
Fran: devo dire che ho sempre dato seguito ad ogni forma di richiesta particolare da parte di ogni Rockstar. Dovete pensare che in quegli anni, gli artisti quasi sempre dovevano rimanere chiusi dalle 14 alle 21 e anche oltre, il più delle volte in spogliatoi che usavano i calciatori. Perché queste erano le dinamiche di quei tempi. E quindi ho sempre assecondato ogni loro ricerca di benessere per quelle ore, ritenendo giusto portare in quei saloni dei divani, delle Tv, del cibo, tanta frutta.
Devo dire che gli U2 erano molto meno pretenziosi rispetto a quanto li circondava. Solo degli asciugamani neri e un paio di bottiglie di vino buono e dello champagne, da trovare alla fine dei concerti.
Aggiungo che dal 1994, anche loro come i Rolling Stones, sono accompagnati in Tour dal loro catering, di altissimo livello e dove io ho sempre mangiato a meraviglia!
U2place: immaginiamo che da quando c’è Live Nation, gli incontri si siano resi più difficili, anche perché pensiamo che il genere di vita che conducono, li abbia un po’ cambiati rispetto a quegli anni ruggenti che ci stai raccontando.
Fran: Bono è un uomo dai molteplici impegni, anche nel camerino, tra il sound check ed il concerto, vede ed incontra un mucchio di persone, politici, artisti e amici.. Ci sono tre signorine che gli gestiscono il tempo libero e ti danno quell’importanza che sembra che sei l’unica persona che Bono desidera incontrare.
Non ricordo dove di preciso, penso a Roma, in un dopo concerto toccava a me ed ho detto a Bono: ho preso il numero per la coda, ma non mi bastavano cinque minuti. Lui ha sorriso e mi ha detto: vediamoci domani mattina per colazione, fatta di porridge, frutta ecc.
Conosco anche i loro trucchi, c’è un accordo tra Bono e le signorine, quando lui ne ha abbastanza con il personaggio di turno, fa un gesto concordato, si tocca l’orecchio o il naso e le signorine si avvicinano per avvicendare l’ospite.
Qui Fran incontra Bono presso gli Studi Rai, ottobre 2014 - Che Tempo Che Fa
U2place: Fran, tu che hai potuto parlarne direttamente con lui e che ne sei testimone dello sviluppo che passava anche attraverso le vostre cene, cosa ne pensi dell’impegno politico/sociale di Bono?
Fran: Oramai Bono si muove come un Capo di Stato, ma niente e nessuno gli impedisce di essere se stesso. Ricordo molto bene un pranzo di qualche anno fa, penso fosse nel 2004, a casa sua con le rispettive famiglie. La famiglia di Bono si alimenta in modo molto salutista, tutti cibi naturali e durante la giornata chiesi ad Ali: ma che ci fa Bono con Bush? E lei mi rispose: Fran, chiediti il contrario, ma che ci fa Bush con Bono? I politici ‘usano’ Bono per arrivare a più persone possibili. E Bono accetta in cambio questa non confessata motivazione, ricavando posizioni in favore delle sue campagne sul debito pubblico o fondi per combattere l’Aids.
Fran Tomasi, Kerry Kennedy (figlia di Bob) e Bono
E comunque io i miei incontri con lui li ho sempre fatti. Cene con il nostro amato Bushmill, durante le quali spesso andavamo anche allo scontro. Lui è un fautore dell’assioma che possiamo cambiare il mondo dentro di noi e da dentro il sistema, praticamente un riformista.
Mentre io invece penso che si debba costruire una coscienza popolare diffusa e di conseguenza il sistema debba essere cambiato. Apprezzerei di più se attaccasse alcuni dei centri di potere che ormai dominano Stati e Politici, come il mondo finanziario per esempio. Però non otterrebbe quello che cerca, che a conti fatti è meglio e di più, di quello che ottengono gli idealisti come me!!
Ricordo a tal proposito anche un incontro nel 2000 presso la Fondazione Kennedy, presieduta da Kerry Kennedy, dove incontrai anche Bono e durante la serata insistevo nel dirgli di denunciare le contraddizioni della politica. Queste lobby che detengono il vero potere, controllano Stati, Governi e coscienze popolari attraverso i media.
In quell’occasione gli regalai anche un libro di Zizek, un filosofo sloveno. Ma ciò avvenne almeno una decina di volte da quando ci conosciamo.
U2place: sei un grande Fran! Quando è stata l’ultima volta che hai visto Paul McGuinness?
Fran: in occasione dei concerti di Milano del 2005. Io gli avevo fatto mandare dell’ottimo vino e quando ci siamo incontrati, mi ha salutato e ci siamo abbracciati, un pochino commossi dai ricordi di tutti quegli anni trascorsi assieme. Ricordo anche quando Bono mi salutò durante quei due concerti, poco prima di Yahweh.
Quello è stato l’ultimo atto professionale tra me e lui, perché avevano scelto Live Nation. Io però sono sempre rimasto nel loro cuore perché gli U2 e Bono, vogliono che ci sia anche io con loro!
Ho lavorato per gli U2 in tutti i concerti fino a Reggio Emilia 1997 compresa. Poi ho organizzato per loro i primi concerti in assoluto in Sud America degli U2, a Rio de Janeiro e due a San Paolo (27 gennaio a Rio, 30 e 31 a San Paolo ndr) durante il Popmart Tour.
Anche Torino 2001 l’ho organizzata io senza coinvolgimento di Live Nation, anche perché il mio rapporto personale era fortissimo.
U2place: Fran hai mai assistito ad una Session in Studio degli U2?
Fran: Mi è capitato di passare nel loro Windmill Lane nel 2004, durante le sessioni di How to Dismantle An Atomic Bomb…ma per pochi minuti e non vi so raccontare molto…anche perchè, dopo i saluti e abbracci, Bono interrompeva e si andava a bere qualcosa e fare due chiacchiere. Quasi sempre, comunque, o Bono portava una melodia o The Edge aveva qualche giro di accordi e da li costruivano una canzone.
Ho visto invece la stanza di Bono a casa sua dove, vicino ad una finestra che guarda il mare, tiene un quaderno e scrive i testi…
Venezia estate 1991
U2place: Fran hai mai avuto l’opportunità di sentire qualche canzone in anteprima?
Fran: canzone di preciso non ricordo, ma quando è venuto a Venezia con moglie e figlie, verso l’estate del 1991 – storia lunga, ma riguardava la scelta di un ristorante – in taxi mi ha fatto sentire una cassetta con Achtung Baby e ricordo che fu davvero ECCITANTE. Il mio amico ristoratore poi l’ha messa nel suo impianto e si è pure fatto la copia!!
Quel giorno siamo stati assieme a Murano perché dovevano scegliere un regalo per Larry. Ma non riusciva a decidersi tra dei bicchieri particolari e dei bicchieri più tradizionali. Alla fine l’ho convinto a prenderne 12 uno diverso dall’altro. Alla mia compagna invece regalò 12 bicchieri da champagne classici, quelli che voleva lui, che sono ancora nella loro scatola, chiusi e mai usati.
Murano (Ve) estate 1991
U2place: Fran, stiamo trascorrendo assieme del tempo fantastico. Andiamo a concludere la chiacchierata, con una raffica di veloci curiosità, cose da fan.
Erano vere le voci che negli anni volevano gli U2 prima ad Udine e poi ad Ancona?
Fran: Verissimo! Se ne era parlato nel 1994. Per Ancona ero in quegli anni a stretto contatto con la Regione Marche, per riproporre il mio vecchio Festival: Beach Boom Rock Festival, dedicato ai gruppi emergenti e quindi su richiesta forse del Governatore delle Marche, se ne è parlato.
Stesso dicasi per Udine, dove sono nato e dove era in programmazione anche un concerto dei Pink Floyd.
U2place: Fran, che tu sappia c’è qualcuno degli U2 che è collezionista?
Fran: certamente Bono, che fin dagli inizi non si poneva il problema delle foto o delle registrazioni. Con la nuova tecnologia arriviamo a ottimi prodotti, ma credo che Bono sia il più grande collezionista di Bootleg.
U2place: Sapevi che gli U2 si sarebbero fermati ad Ostia per girare il video di All I Want Is You?
Fran: sorprendente questa domanda, perché l’avevo completamente scordato. Si che c’ero! Avevo fatto montare una specie di tendone da circo e l’ambiente era Felliniano. Ma non ricordo cosa ne abbiano fatto successivamente.
U2place: quali sono le bevande preferite dagli U2?
Fran: Birra in generale, ma con Bono mi sono bevuto parecchie bottiglie di Bushmill. E naturalmente vino, in particolare Edge. O come quella sera, a cena dopo il Festival di Sanremo nel 2000, con Fazio e Pavarotti abbiamo bevuto qualche milionata di lire, tra rossi e bianchi, facendo arrabbiare il presidente della Poligram!
U2place: ma come comunichi con Bono? Ha una mail personale tipo Paul.Hewson60@gmail.com?
Fran: confermo che Bono ha una mail personale, che cambia spesso, ma si può comunicare con lui attraverso la sua assistente personale, che vive con lui ed alla quale risponde sempre e nel giro di pochissime ore.
Il suo cellulare è invece un problema perché cambia numero ogni due mesi, perché il suo numero è un clamoroso passaparola. Ma io ho il suo numero da sempre!
Anzi, adesso vedo di contattarlo per chiedergli un contributo video o un collegamento in diretta, in occasione del ventennale del Concerto di Reggio Emilia del 20 settembre 1997, di cui avete parlato anche voi in U2place e che vi coinvolge.
U2place: Fran, un’ultima fatica, è vera la leggenda che tu possiedi un anello esattamente come i quattro componenti della band?
Fran: SI! Confermo! Me l’ha regalato in Brasile nel 1997 e l’ho perso, così gli ho chiesto tre anni fa se me ne regalava un altro e l’ho ricevuto uno simile il giorno di Natale di qualche anno fa, spedito direttamente dal grande Bono. Ed anche questo è un ricordo che mi scalda il cuore.
Grazie Fran, abbiamo una stima infinita per il tuo lavoro e per il tuo meraviglioso atteggiamento e disponibilità. Ricorderemo in eterno i momenti che abbiamo trascorso con te.
Un abbraccio da parte di ognuno dei fan U2 in Italia.
U2place
Un grandissimo ringraziamento a Marina! Into The Heart, of a child, i stay awhile, but i can go there ?
Siamo oramai nell’immediata vigilia del ritorno del Joshua Tree Tour in Italia, a distanza di trent’anni dal leggendario periodo mai dimenticato e che ci apprestiamo a rivivere, con i due concerti di Roma del 15 e 16 luglio.
1987 – 2017, un periodo e delle date che tantissimi di noi associamo agli U2.
Organizzatore dei concerti del Joshua Tree Tour nel 1987, è stato Fran Tomasi con il suo staff. Abbiamo potuto interpellarlo nei mesi scorsi, prospettandogli la nostra idea di voler ripercorrere quel periodo, cercando di sapere da lui più cose possibili e Fran Tomasi ha accettato con grande entusiasmo ed abbiamo il grande onore di averlo qui con noi.
U2place: Ciao Fran, un nome+cognome tuttoattaccato, che noi avviciniamo subito ad uno dei periodi più belli e nostalgici della nostra vita. A distanza di tempo, abbiamo la grande opportunità per ringraziarti per quanto hai fatto per portare gli U2 in Italia, superando ogni ostacolo incontrato per strada e contribuendo in modo concreto ad accendere il fuoco per gli U2 in Italia, così come lo identifichiamo tra noi fan.
Grazie.
U2place: Caro Fran, non sappiamo nemmeno da dove cominciare, proviamo a chiederti degli inizi, perché gli U2 e quando inizia il tuo rapporto con loro?
Fran Tomasi: Da alcuni anni avevo cominciato questo lavoro, organizzavo concerti ed eventi, cercando di elevare costantemente il livello e la qualità del prodotto e migliorare il livello qualitativo dell’organizzazione e garantire la sicurezza ai concerti. Uscivamo da un periodo in cui l’Italia era stata tagliata fuori dal circuito dei concerti importanti, proprio a causa delle molotov ricevute sul palco di Lou Reed e Santana.
Inoltre i miei colleghi già affermati - ricordo uno di loro il mio maestro Franco Mamone -, erano più rivolti ai vecchi gruppi. Io invece ero più interessato alle nuove proposte, i gruppi emergenti come gli U2 appunto.
Quelli erano anni nei quali era difficile trovare un generatore di elettricità, le compagnie di facchini erano giovani studenti universitari approssimativi, non esisteva il concetto di supporto catering, non c’erano nemmeno dei palchi adeguati agli eventi cui pensavo. Insomma, non c’erano i presupposti minimi e si improvvisavano un po’ le cose.
Avevo lavorato con Lou Reed ed il mitico concerto dei Talking Heads di Roma 1980, musica di grande classe, organizzato tutto il lavoro con il mio staff ed abbiamo lavorato con grande passione.
Verso la fine del 1984 ho ricevuto una gradita telefonata da un agente che ha apprezzato il nostro lavoro e la passione del mio team e mi ha chiesto se volevo scegliere e organizzare uno dei seguenti gruppi, tra i Police, Prince e gli U2.
U2place: che bello Fran, subito dei ricordi gustosi, sapientemente ricordati. E cosa ti ha spinto a scegliere gli U2, che all’epoca erano semi-sconosciuti?
Fran: all’epoca vivevo e lavoravo a Bologna, città molto aperta e piena di Radio Indipendenti, che passavano i dischi degli U2, Boy, October e War. Li conoscevo e li apprezzavo già, ero un loro fan anche io e devo dire che la scelta è stata molto fortunata.
Apprezzavo molto Sting, ma adoravo gli U2 e la loro musica molto raffinata, non ho avuto nessun dubbio.
U2place: ma quindi li hai conosciuti già in occasione della prima esibizione italiana di Milano e Bologna, febbraio 1985?
Fran: purtroppo no, a causa di una polmonite che mi forzò a casa. In quelle due occasioni ci furono dei piccoli disguidi, accentuati anche dal cambio improvviso di location a Milano. Come saprete anche voi, il tetto del Palazzetto dello Sport crollò sotto il peso della neve e ci siamo sistemati in un improvvisato Palatenda di Lampugnano. Poi altre piccoli ‘disservizi’, spumante anziché champagne e asciugamani bianchi anziché neri, insomma, non iniziò tutto per il verso giusto.
U2place, caro Fran pagheremmo di tasca nostra per poter rivivere quello che hai vissuto tu. E poi come è continuato il rapporto con gli U2?
Fran: con Paul McGuinness che voleva farmi fuori! Fortunatamente però, l’agente che ci mise in contatto a fine 1984, nel frattempo aveva accresciuto di molto il suo lavoro e la sua affidabilità, organizzando fra gli altri, concerti dei Simple Minds, Simply Red, Lou Reed e parecchi altri e davanti a Paul McGuinness, mi ha difeso strenuamente, convincendolo che ero la persona giusta.
Ricordo un pranzo deliberatorio a Londra in quel periodo, fine 86.
Devo dire che al termine del Joshua Tree Tour, proprio Paul McGuinness ha riconosciuto l’organizzazione nostra delle date di Modena e Roma, come una delle migliori in assoluto, dopo i giapponesi e gli americani.
E questo è stato per me un grandissimo complimento che mi porto dentro e che ricordo con orgoglio.
U2place: certo Fran, siamo solidali con il tuo orgoglio perché è anche il nostro. Per noi sono nomi avvolti da un alone leggendario, che tu hai conosciuto e frequentato da sempre.
Fran: si, devo dirvi che quelli in generale erano anni nei quali si usciva dal post-punk, l’eroina e le droghe erano molto diffuse nell’ambiente. Stava terminando la scia emotiva dell’ondata del ’68 e mi si presentarono gli U2, una band di brave persone, dove nessuno usava sostanze stupefacenti, avevano dei valori importanti, cattolici e civili. Mi sembravano in grado di riesumare quei valori che si erano un po’ persi ma che erano latenti nella società di allora.
Gli U2 arrivavano al cuore prima di tutti. Di persona erano un gruppo di irlandesi molto divertenti, certamente non dei bigottoni e quello era anche un periodo nel quale praticavano in modo importante l’osservanza cattolica
U2place: Fran stai stuzzicando moltissimo la nostra curiosità, puoi raccontarci come è andata in fase di organizzazione dei concerti del Joshua Tree Tour 1987? Sei conscio del fatto che anche grazie al tuo lavoro organizzativo, noi fan abbiamo dei preziosissimi ricordi che preserviamo?
Fran: devo dire che mi hanno sempre riconosciuto che facevamo un ottimo lavoro, abbiamo lavorato assieme con grande passione e ribadisco che ero anche io un loro fan.
Quelle tre date italiane furono organizzate assieme a loro, in un Team molto unito ed in quelle riunioni che facevamo, decidevamo tutto assieme agli U2. Locations adeguate, catering e dettagli vari dell’organizzazione mastodontica e perfino il prezzo dei biglietti. Ricordo che Larry era molto interessato a questo dettaglio.
Avevamo richiesto il Dall’Ara di Bologna, ma il Comune non ce lo concesse, allora mi sono spostato a Modena ed abbiamo organizzato quella famosa doppietta di fine maggio 1987.
Quelli erano Tour organizzati per promuovere il disco, in quegli anni funzionava così con tutto ciò che ne consegue. Ai giorni nostri invece, nei quali si vende sempre meno la musica, i Tour sono organizzati per fare cassa e Live Nation ha inventato una modalità nuova.
Il fautore dell’operazione è stato Michael Cohl e la novità consisteva nel “comperare” un intero Tour mondiale (circa 110/120 milioni) in blocco e massimizzare gli incassi, secondo l’orribile legge del mercato.
Ed inoltre dove possibile acquisire la gestione totale dei gruppi. In definitiva la logica è quella di accentrare le varie funzioni svolte separatamente dal manager, agente e ora anche quella dell’organizzazione nei vari paesi attraverso le filiali di Live Nation.
Gli U2 hanno sempre apprezzato il fatto che per combattere il bagarinaggio e quello che adesso è chiamato Secondary Market, mi tenevo 3/4mila biglietti per ogni evento, da rivendere in prossimità del concerto, direttamente dai botteghini delle venue. Ma all’epoca tutti compravano uno-due tagliandi, adesso online puoi prenderne anche 8..
U2place: sono multinazionali che ad un fan appaiono come entità fredde, con una mentalità usa-e-getta degli eventi cui partecipiamo.
Fran: già, devo dirvi che altri bellissimi ricordi che conservo, sono le cene dei post- concerti. Quei momenti di distensione e serenità nei quali, seduti tutti allo stesso tavolo degli U2, si discuteva anche animatamente di argomenti vari, che poi sono anche esplosi nelle varie attività di Bono.
Erano sempre discorsi molto vivaci cui partecipavano a volte anche Annie Lennox, Peter Gabriel e Jim Kerr, più o meno attivamente.
Tutti assieme abbiamo instaurato un rapporto straordinario e duraturo. Sicuramente anche favorito dalla mia laurea in Filosofia, che permette di sentirmi vicino all’anima dell’interlocutore, ma che in sostanza mi favorisce nella costruzione dei rapporti.
Fran Tomasi e Bono alla Fondazione Kennedy
U2place: Fran, hai voglia di descriverci brevemente le caratteristiche di ognuno tra Adam, Larry Edge e Bono?
Fran: Edge è una persona timida, buonissima, dolce, con un gran bel sorriso. Un uomo con i piedi per terra, con lui ho da sempre avuto un gran bel rapporto.
Larry è di gran lunga il più pragmatico, molto molto concreto, colui che tra l’altro si interessa maggiormente dei danari degli U2.
Bono di gran lunga il più chiacchierone, un parlatore da competizione. Sicuramente il più disponibile di tutti, un uomo con intelligenza sopraffina. Una delle persone più intelligenti che io abbia mai conosciuto. Vi confido che negli anni 70 e 80, lui giocava a scacchi ed era fortissimo da affrontare. A Dublino giocava anche contro più di un avversario contemporaneamente. Batteva anche i computer.
U2place: E Adam?
Fran: Adam merita alcune parole a parte, ragazzo veramente buono, uno spirito libero ed un po’ particolare. Grande appassionato di automobili! Pensate che nello ZooTv tour, nel 1992 e 1993, c’era un camion guidato da autista, alle sue dipendenze, che gli serviva per portare in giro per il mondo due macchine che trasportava e che Adam voleva a disposizione se voleva farsi un giro.
Adam ha sempre apprezzato le donne di colore, il suo ideale era la povera Whitney Houston. A tal proposito mi fate venire in mente la burlonata architettata con Bono finchè eravamo a passeggio in Via Veneto a Roma. Ad un certo punto mi sono accorto di una foto su un cartonato a grandezza naturale della povera Whitney e con Bono abbiamo insistito con il proprietario del negozio di dischi, per portarcela via. L’abbiamo fatto e l’abbiamo messa all’ingresso della stanza di Adam in Hotel.
Ricordo benissimo le lacrime agli occhi che avevamo tutti assieme.
U2place: splendidi ritratti Fran, grazie. Tornando a quel leggendario periodo del Joshua Tree Tour 1987, quelli erano giorni nei quali la nostra band è passata sulla bocca di tutti. Ricordiamo ad esempio che un mese prima dei concerti italiani, a fine aprile andarono addirittura nella copertina di Time, dopo i Beatles, The Band e gli Who. La rivista Rolling Stone, ha inserito Joshua Tree al terzo posto nella classifica dei migliori album degli anni ’80.
Fran: a proposito di Rolling Stones, mi fate venire in mente un aneddoto. Era il 1990 quando ho organizzato i due concerti dei Rolling Stones a Torino ed a Roma. Il giorno del concerto di Torino ho ricevuto una telefonata dagli U2 che mi avvertivano che stavano arrivando a vedere l’esibizione. Boh mi sono detto. Adam, Larry ed Edge hanno vissuto il concerto dal prato, mentre Bono mi ha raggiunto al posto dove ero io. Ad un certo punto gli ho chiesto: ma come mai siete a Torino per gli Stones? Non li avete mai visti prima? E Bono mi prese in contropiede rispondendomi: si Fran, li abbiamo già visti diverse volte, ma volevamo sapere se sono più famosi di noi!
Ricordo che a fine concerto Edge, Larry ed Adam erano così "allegri" che sono rimasti a dormicchiare nei camerini dei Rolling Stones!
U2place: ecco Fran, questo è un vero tocco da rockstar! Per caso ti ricordi qualche vezzo da parte degli U2 in questo senso?
Fran: devo dire che ho sempre dato seguito ad ogni forma di richiesta particolare da parte di ogni Rockstar. Dovete pensare che in quegli anni, gli artisti quasi sempre dovevano rimanere chiusi dalle 14 alle 21 e anche oltre, il più delle volte in spogliatoi che usavano i calciatori. Perché queste erano le dinamiche di quei tempi. E quindi ho sempre assecondato ogni loro ricerca di benessere per quelle ore, ritenendo giusto portare in quei saloni dei divani, delle Tv, del cibo, tanta frutta.
Devo dire che gli U2 erano molto meno pretenziosi rispetto a quanto li circondava. Solo degli asciugamani neri e un paio di bottiglie di vino buono e dello champagne, da trovare alla fine dei concerti.
Aggiungo che dal 1994, anche loro come i Rolling Stones, sono accompagnati in Tour dal loro catering, di altissimo livello e dove io ho sempre mangiato a meraviglia!
U2place: immaginiamo che da quando c’è Live Nation, gli incontri si siano resi più difficili, anche perché pensiamo che il genere di vita che conducono, li abbia un po’ cambiati rispetto a quegli anni ruggenti che ci stai raccontando.
Fran: Bono è un uomo dai molteplici impegni, anche nel camerino, tra il sound check ed il concerto, vede ed incontra un mucchio di persone, politici, artisti e amici.. Ci sono tre signorine che gli gestiscono il tempo libero e ti danno quell’importanza che sembra che sei l’unica persona che Bono desidera incontrare.
Non ricordo dove di preciso, penso a Roma, in un dopo concerto toccava a me ed ho detto a Bono: ho preso il numero per la coda, ma non mi bastavano cinque minuti. Lui ha sorriso e mi ha detto: vediamoci domani mattina per colazione, fatta di porridge, frutta ecc.
Conosco anche i loro trucchi, c’è un accordo tra Bono e le signorine, quando lui ne ha abbastanza con il personaggio di turno, fa un gesto concordato, si tocca l’orecchio o il naso e le signorine si avvicinano per avvicendare l’ospite.
Qui Fran incontra Bono presso gli Studi Rai, ottobre 2014 - Che Tempo Che Fa
U2place: Fran, tu che hai potuto parlarne direttamente con lui e che ne sei testimone dello sviluppo che passava anche attraverso le vostre cene, cosa ne pensi dell’impegno politico/sociale di Bono?
Fran: Oramai Bono si muove come un Capo di Stato, ma niente e nessuno gli impedisce di essere se stesso. Ricordo molto bene un pranzo di qualche anno fa, penso fosse nel 2004, a casa sua con le rispettive famiglie. La famiglia di Bono si alimenta in modo molto salutista, tutti cibi naturali e durante la giornata chiesi ad Ali: ma che ci fa Bono con Bush? E lei mi rispose: Fran, chiediti il contrario, ma che ci fa Bush con Bono? I politici ‘usano’ Bono per arrivare a più persone possibili. E Bono accetta in cambio questa non confessata motivazione, ricavando posizioni in favore delle sue campagne sul debito pubblico o fondi per combattere l’Aids.
Fran Tomasi, Kerry Kennedy (figlia di Bob) e Bono
E comunque io i miei incontri con lui li ho sempre fatti. Cene con il nostro amato Bushmill, durante le quali spesso andavamo anche allo scontro. Lui è un fautore dell’assioma che possiamo cambiare il mondo dentro di noi e da dentro il sistema, praticamente un riformista.
Mentre io invece penso che si debba costruire una coscienza popolare diffusa e di conseguenza il sistema debba essere cambiato. Apprezzerei di più se attaccasse alcuni dei centri di potere che ormai dominano Stati e Politici, come il mondo finanziario per esempio. Però non otterrebbe quello che cerca, che a conti fatti è meglio e di più, di quello che ottengono gli idealisti come me!!
Ricordo a tal proposito anche un incontro nel 2000 presso la Fondazione Kennedy, presieduta da Kerry Kennedy, dove incontrai anche Bono e durante la serata insistevo nel dirgli di denunciare le contraddizioni della politica. Queste lobby che detengono il vero potere, controllano Stati, Governi e coscienze popolari attraverso i media.
In quell’occasione gli regalai anche un libro di Zizek, un filosofo sloveno. Ma ciò avvenne almeno una decina di volte da quando ci conosciamo.
U2place: sei un grande Fran! Quando è stata l’ultima volta che hai visto Paul McGuinness?
Fran: in occasione dei concerti di Milano del 2005. Io gli avevo fatto mandare dell’ottimo vino e quando ci siamo incontrati, mi ha salutato e ci siamo abbracciati, un pochino commossi dai ricordi di tutti quegli anni trascorsi assieme. Ricordo anche quando Bono mi salutò durante quei due concerti, poco prima di Yahweh.
Quello è stato l’ultimo atto professionale tra me e lui, perché avevano scelto Live Nation. Io però sono sempre rimasto nel loro cuore perché gli U2 e Bono, vogliono che ci sia anche io con loro!
Ho lavorato per gli U2 in tutti i concerti fino a Reggio Emilia 1997 compresa. Poi ho organizzato per loro i primi concerti in assoluto in Sud America degli U2, a Rio de Janeiro e due a San Paolo (27 gennaio a Rio, 30 e 31 a San Paolo ndr) durante il Popmart Tour.
Anche Torino 2001 l’ho organizzata io senza coinvolgimento di Live Nation, anche perché il mio rapporto personale era fortissimo.
U2place: Fran hai mai assistito ad una Session in Studio degli U2?
Fran: Mi è capitato di passare nel loro Windmill Lane nel 2004, durante le sessioni di How to Dismantle An Atomic Bomb…ma per pochi minuti e non vi so raccontare molto…anche perchè, dopo i saluti e abbracci, Bono interrompeva e si andava a bere qualcosa e fare due chiacchiere. Quasi sempre, comunque, o Bono portava una melodia o The Edge aveva qualche giro di accordi e da li costruivano una canzone.
Ho visto invece la stanza di Bono a casa sua dove, vicino ad una finestra che guarda il mare, tiene un quaderno e scrive i testi…
Venezia estate 1991
U2place: Fran hai mai avuto l’opportunità di sentire qualche canzone in anteprima?
Fran: canzone di preciso non ricordo, ma quando è venuto a Venezia con moglie e figlie, verso l’estate del 1991 – storia lunga, ma riguardava la scelta di un ristorante – in taxi mi ha fatto sentire una cassetta con Achtung Baby e ricordo che fu davvero ECCITANTE. Il mio amico ristoratore poi l’ha messa nel suo impianto e si è pure fatto la copia!!
Quel giorno siamo stati assieme a Murano perché dovevano scegliere un regalo per Larry. Ma non riusciva a decidersi tra dei bicchieri particolari e dei bicchieri più tradizionali. Alla fine l’ho convinto a prenderne 12 uno diverso dall’altro. Alla mia compagna invece regalò 12 bicchieri da champagne classici, quelli che voleva lui, che sono ancora nella loro scatola, chiusi e mai usati.
Murano (Ve) estate 1991
U2place: Fran, stiamo trascorrendo assieme del tempo fantastico. Andiamo a concludere la chiacchierata, con una raffica di veloci curiosità, cose da fan.
Erano vere le voci che negli anni volevano gli U2 prima ad Udine e poi ad Ancona?
Fran: Verissimo! Se ne era parlato nel 1994. Per Ancona ero in quegli anni a stretto contatto con la Regione Marche, per riproporre il mio vecchio Festival: Beach Boom Rock Festival, dedicato ai gruppi emergenti e quindi su richiesta forse del Governatore delle Marche, se ne è parlato.
Stesso dicasi per Udine, dove sono nato e dove era in programmazione anche un concerto dei Pink Floyd.
U2place: Fran, che tu sappia c’è qualcuno degli U2 che è collezionista?
Fran: certamente Bono, che fin dagli inizi non si poneva il problema delle foto o delle registrazioni. Con la nuova tecnologia arriviamo a ottimi prodotti, ma credo che Bono sia il più grande collezionista di Bootleg.
U2place: Sapevi che gli U2 si sarebbero fermati ad Ostia per girare il video di All I Want Is You?
Fran: sorprendente questa domanda, perché l’avevo completamente scordato. Si che c’ero! Avevo fatto montare una specie di tendone da circo e l’ambiente era Felliniano. Ma non ricordo cosa ne abbiano fatto successivamente.
U2place: quali sono le bevande preferite dagli U2?
Fran: Birra in generale, ma con Bono mi sono bevuto parecchie bottiglie di Bushmill. E naturalmente vino, in particolare Edge. O come quella sera, a cena dopo il Festival di Sanremo nel 2000, con Fazio e Pavarotti abbiamo bevuto qualche milionata di lire, tra rossi e bianchi, facendo arrabbiare il presidente della Poligram!
U2place: ma come comunichi con Bono? Ha una mail personale tipo Paul.Hewson60@gmail.com?
Fran: confermo che Bono ha una mail personale, che cambia spesso, ma si può comunicare con lui attraverso la sua assistente personale, che vive con lui ed alla quale risponde sempre e nel giro di pochissime ore.
Il suo cellulare è invece un problema perché cambia numero ogni due mesi, perché il suo numero è un clamoroso passaparola. Ma io ho il suo numero da sempre!
Anzi, adesso vedo di contattarlo per chiedergli un contributo video o un collegamento in diretta, in occasione del ventennale del Concerto di Reggio Emilia del 20 settembre 1997, di cui avete parlato anche voi in U2place e che vi coinvolge.
U2place: Fran, un’ultima fatica, è vera la leggenda che tu possiedi un anello esattamente come i quattro componenti della band?
Fran: SI! Confermo! Me l’ha regalato in Brasile nel 1997 e l’ho perso, così gli ho chiesto tre anni fa se me ne regalava un altro e l’ho ricevuto uno simile il giorno di Natale di qualche anno fa, spedito direttamente dal grande Bono. Ed anche questo è un ricordo che mi scalda il cuore.
Grazie Fran, abbiamo una stima infinita per il tuo lavoro e per il tuo meraviglioso atteggiamento e disponibilità. Ricorderemo in eterno i momenti che abbiamo trascorso con te.
Un abbraccio da parte di ognuno dei fan U2 in Italia.
U2place
Un grandissimo ringraziamento a Marina! Into The Heart, of a child, i stay awhile, but i can go there ?