Bono acquista Forbes
Da Repubblica.it:
"NEW YORK - Da leader degli U2, mitica band irlandese, a provetto editore. Se non è una riconversione, sicuramente è la scoperta di un nuovo amore quella che ha portato Bono Vox ad acquistare un pacchetto consistente dell'eredità Forbes e, nello specifico, la "quota" relativa all'editoria nella quale entrano di diritto la quasi centenaria rivista omonima - lanciata dal fondatore del gruppo - il sito web Forbes.com e una serie di periodici minori. Il 40 per cento circa di questo enorme patrimonio editoriale è confluito, venerdì scorso, nella società Elevation Partners di cui Bono è uno dei sei soci. La notizia viene pubblicata con evidenza dal New York Times che le dedica, ovviamente, ampio spazio.
A trattare l'affare con gli eredi Forbes non è stato direttamente il cantante irlandese - noto soprattutto per le battaglie contro il debito dei paesi del sud del mondo - ma il socio Roger McNamee secondo il quale l'acquisto del gruppo editoriale non è affatto una "misera" questione di soldi. Secondo McNamee, entrare a far parte della famiglia editoriale Forbes, è una vera e propria "fonte di conoscenza e informazione". E, di conseguenza, di potere.
Certo è che i termini dell'accordo economico non sono stati resi pubblici anche se si parla di una cessione del 40% del gruppo editoriale americano per il quale la Elevation Partners avrebbe sborsato tra i 250 e i 300 milioni di dollari. Le trattative, durate parecchie settimane, si sono concluse venerdì scorso con la firma dell'accordo.
Anche se Bono non è stato coinvolto direttamente nella transazione, sembra che il suo interesse per la "Forbes editrice" sia dovuto alla sinergia tra mezzo cartaceo e sito web. In particolare Forbes.com sembra rivelarsi una vera e propria miniera: sul sito - che conta dieci milioni di utenti unici, secondo i dati di comScore Media Metrix - negli anni '90 l'editore ha investito dieci milioni di dollari in tecnologia. Investimento che oggi si rivela azzeccato soprattutto per il ritorno pubblicitario. Se infatti, scrive il NYT, è davvero difficile che il magazine cartaceo torni ai fasti degli anni '90, periodo in cui era la prima rivista economica americana, il sito web ha tutte le potenzialità per un vero e proprio boom.
L'interesse di Bono per un periodico che celebra lusso e ricchezza, spiega sempre il quotidiano di Manhattan, farà sicuramente saltare la mosca al naso a qualcuno. Lo scorso giugno, tra l'altro, Forbes ha assegnato il quarto posto della lista dei 100 personaggi più ricchi del pianeta proprio alla band di Bono. Patrimonio di un anno: 100 milioni di dollari. Quarti dopo Tom Cruise, Rolling Stones, Oprah Winfrey.
"Non è detto che la rivista debba seguire le battaglie politiche di Bono", si appresta a ribattere McNamee. Certo è che, c'è da scommetterci, la popstar non sarà più costretta - come è accaduto nel maggio scorso - a improvvisarsi direttore del quotidiano The Indipendent per promuovere la campagna "Red" contro la diffusione dell'Aids nel continente africano. La metà delle vendite del quotidiano venne devoluta al progetto. Da domani Bono avrà più di una testata giornalistica per diffondere le proprie idee in fatto di solidarietà sociale."
"NEW YORK - Da leader degli U2, mitica band irlandese, a provetto editore. Se non è una riconversione, sicuramente è la scoperta di un nuovo amore quella che ha portato Bono Vox ad acquistare un pacchetto consistente dell'eredità Forbes e, nello specifico, la "quota" relativa all'editoria nella quale entrano di diritto la quasi centenaria rivista omonima - lanciata dal fondatore del gruppo - il sito web Forbes.com e una serie di periodici minori. Il 40 per cento circa di questo enorme patrimonio editoriale è confluito, venerdì scorso, nella società Elevation Partners di cui Bono è uno dei sei soci. La notizia viene pubblicata con evidenza dal New York Times che le dedica, ovviamente, ampio spazio.
A trattare l'affare con gli eredi Forbes non è stato direttamente il cantante irlandese - noto soprattutto per le battaglie contro il debito dei paesi del sud del mondo - ma il socio Roger McNamee secondo il quale l'acquisto del gruppo editoriale non è affatto una "misera" questione di soldi. Secondo McNamee, entrare a far parte della famiglia editoriale Forbes, è una vera e propria "fonte di conoscenza e informazione". E, di conseguenza, di potere.
Certo è che i termini dell'accordo economico non sono stati resi pubblici anche se si parla di una cessione del 40% del gruppo editoriale americano per il quale la Elevation Partners avrebbe sborsato tra i 250 e i 300 milioni di dollari. Le trattative, durate parecchie settimane, si sono concluse venerdì scorso con la firma dell'accordo.
Anche se Bono non è stato coinvolto direttamente nella transazione, sembra che il suo interesse per la "Forbes editrice" sia dovuto alla sinergia tra mezzo cartaceo e sito web. In particolare Forbes.com sembra rivelarsi una vera e propria miniera: sul sito - che conta dieci milioni di utenti unici, secondo i dati di comScore Media Metrix - negli anni '90 l'editore ha investito dieci milioni di dollari in tecnologia. Investimento che oggi si rivela azzeccato soprattutto per il ritorno pubblicitario. Se infatti, scrive il NYT, è davvero difficile che il magazine cartaceo torni ai fasti degli anni '90, periodo in cui era la prima rivista economica americana, il sito web ha tutte le potenzialità per un vero e proprio boom.
L'interesse di Bono per un periodico che celebra lusso e ricchezza, spiega sempre il quotidiano di Manhattan, farà sicuramente saltare la mosca al naso a qualcuno. Lo scorso giugno, tra l'altro, Forbes ha assegnato il quarto posto della lista dei 100 personaggi più ricchi del pianeta proprio alla band di Bono. Patrimonio di un anno: 100 milioni di dollari. Quarti dopo Tom Cruise, Rolling Stones, Oprah Winfrey.
"Non è detto che la rivista debba seguire le battaglie politiche di Bono", si appresta a ribattere McNamee. Certo è che, c'è da scommetterci, la popstar non sarà più costretta - come è accaduto nel maggio scorso - a improvvisarsi direttore del quotidiano The Indipendent per promuovere la campagna "Red" contro la diffusione dell'Aids nel continente africano. La metà delle vendite del quotidiano venne devoluta al progetto. Da domani Bono avrà più di una testata giornalistica per diffondere le proprie idee in fatto di solidarietà sociale."