Nuova intervista di The Edge sul nuovo album!
Una nuova intervista da parte di The Edge è stata pubblica dal sito Mojo4music.com. In questa intervista fatta durante gli ultimi lavori della band a Londra, il chitarrista degli U2 parla a ruota libera del prossimo album della band, confermando alcuni rumors circolati nelle scorse settimane e citando fasi importanti del processo creativo del nuovo lavoro della band tra cui le registrazioni di Fez, la canzone Moment of Surrender e una canzone dal titolo Unknown Caller.
Ecco la traduzione completa dell'intervista:
D: La mia prima domanda chiaramente è non avete ancora finito?
E: Non proprio, è per questo che siamo qui.
D: E perchè finire proprio qui a Londra?
E: E' bello evitare un contesto familiare quando sei alla ricerca di una prospettiva diversa. Evitare la zona "comoda".
M: Se foste rimasti a Dublino, avreste continuato a produrre materiale piuttosto che arrivare ad una conclusione?
E: Forse. Una buona sala mix è sempre importante. Il nostro studio a Dublino è più una sala prova glorificata, in realtà. Non è stata modificata con le giuste proprietà acustiche necessarie per un mixing e il resto. Così mixiamo sempre in uno studio creato appositamente per quello.
M: E' ancora in previsione che l'album si chiami "No Line on the Horizon"?
E: Non è totalmente confermato, ma si lavora su quel titolo.
M: Ma che diavolo significa?
E: E' un'immagine, mi ha detto Bono (RIDE). E' come se ti muovessi in avanti, ma non sai esattamente cosa ti aspetta - Il punto in cui il mare e il cielo si incontrano. E' l'immagine dell'infinito. Suppongo un'immagine Zen.
M: E' una metafora per il modo in cui gli U2 fanno i loro album? Nessun limite all'orizzonte?
E: (RIDE) Ne stavamo parlando. Il nostro processo lavorativo gira tutto intorno al permettere all'ispirazione di arrivare in qualsiasi momento durante il processo stesso. Così non c’è finalità, non c’è formalità, fino a che l'album non è nei negozi. Gli album degli U2 non vengono mai finiti...vengono semplicemente liberati.
M: Così credi che la registrazione aiuti? Si possono usare materiali iniziali mesi fa, ma finchè si riesaminano possono risultare contemporanei?
E: Si, è vero. I titoli delle canzoni, i testi, le linee melodiche possono cambiare all'ultimo minuto. E penso che per i nostri dischi sia sempre stato così...E' nelle ultime settimane che si raggiunge realmente il focus, il culmine.
Potremmo metterci un sacco di tempo per stabilire le basi dell'album, ma cambierebbero un sacco di cose.
Chris Blackwood venne giù mentre preparavamo Achtung Baby, e a una settimana dall'uscita disse "Non finirete quest'album in alcun modo; tornerò tra un mese e controllerò l'andamento degli sviluppi. Lasciò la città e noi finimmo l'album quella settimana. E' che ti sembra di non essere in nessun punto preciso poi improvvisamente nell'ultimo periodo sembra che tutto inizi a muoversi e tutto si mette a posto. E' il modo in cui lo facciamo perchË credo che l'ispirazione sia il punto estremo, definitivo per noi. Non è un mestiere. Così quando il tempo stringe, Ë ispirante e tutti entrano in un livello totalmente creativo e cominciamo ad affaticarci affinchè tutte le idee vengano fuori.
M: E' sopravvissuto qualcosa dalla prima sessione (Settembre 2006), del materiale di Rick Rubin?
E: Veramente abbiamo messo tutto da parte. Con tutto il rispetto verso Rick e il set di canzoni di cui parlavamo. Ecco, è quanto. Nulla del materiale di Rick è entrato a far parte di questo progetto. Tutto è stato scritto successivamente.
M: E' successo perchè non vi siete appassionati ripensandoci?
E: Credo che ci siano delle idee fantastiche e sono sicuro che vedranno la luce del giorno. Abbiamo solo avvertito di voler aggiornare le decisioni riguardanti il tipo di album che volevamo fare. E poi abbiamo intrapreso la strada con Brian (Eno) e Danny (Lanois), letteralmente è stato un esperimento per vedere cosa sarebbe successo.
Improvvisamente è venuto fuori addirittura un eccesso di materiale, idee... e abbiamo pensato "Ok, questo E’ ciò che al momento è il nostro maggior potenziale, lavorare con Brian e Danny, così seguiamo queste idee e ripartiamo dal materiale iniziato con Rick.
M: Com'erano le tracce di Rubin? Erano inusuali per gli U2?
E: Rick ha un'intelligenza strepitosa e ha un forte amore per la musica, un forte istinto verso essa. Ci ha dato dei consigli grandiosi come il resto. Il suo motto è "Non andare in studio finchè non sai esattamente cosa fare"...che chiaramente è l'opposto di come lavoriamo noi solitamente.
Ma seguivamo l'approccio di Rick insieme a lui e lavoravamo sulle canzoni e le idee che sono ancora lÏ. Credo di essere ancora eccitato per la possibilità di scegliere quell'approccio. Mi ricorda ciò che è successo con il nostro primo album (Boy, 1980). Entrammo, con tutte le melodie - sebbene non avessimo ancora tutti i testi- arrangiammo tutto fino ad arrivare al punto in cui non ti resta altro che registrare l'album. Avremmo potuto farlo in un giorno e ovviamente le prime canzoni avevano una grande "completezza", perchè noi sapevamo esattamente che melodie fossero. Ci sono degli inconvenienti su come lavoriamo ora. Lo sento per Larry (Mullen, batteria) a volte.
M: Come descriveresti la personalità globale dell'album?
E: E' un disco con due lati. Una metà è di canzoni che vengono fuori virtualmente dalle sessioni con Brian e Danny - Cose che abbiamo suonato una o due volte e basta!: il solo momento della creazione. L'altra metà è materiale per il quale abbiamo discusso un pò e che ha passato il classico ciclo di versioni e incarnazioni.
Suona come un album degli U2, ma non suona come qualcosa che abbiamo fatto prima e veramente non suona come qualcosa che c'è al momento.
M: Puoi parlare a proposito di qualche traccia specifica?
E: C’è una canzone intitolata Moment of Surrender, che è lunga 7 minuti e mezzo. Brian ha continuato senza interruzione con proposte per alcuni accordi e dopo di che abbiamo apportato alcune correzioni e raggiunto questo set di cambiamenti che a noi piacciono moltissimo, li abbiamo” presi a calci” e abbiamo subito capito che stava accadendo qualcosa di potente. Quando questo succede è come se tu non dovessi dire nulla nella stanza, la gente sa ciò che sta accadendo.
Poi Adam arriva con la sua incredibile parte di basso e Bono con un paio di idee melodiche sul posto, è stato molto veloce. C’è qualcosa di eccezionale in pezzi che vengono assieme come questo, perchè davvero non hai tempo di pensare. C’è qualcosa di fantastico in questo. È il momento più puro, spesso non hai l’opportunità di tornare indietro e considerare qualcosa. Ci sei dentro.
M: Quindi, è una cosa ipnotica?
E: È difficile in realta descriverlo. È molto ventunesimo secolo. E' una bellissima canzone, ritmo straordinario , fantastico testo e (risata) una fantastica chitarra! Poi c’è ne un'altra da Fez, in Marocco. Più o meno situazione simile in una sessione in cui abbiamo solo tirato fuori le idee e questo pezzo di musica appena arrivata e sapevamo sarebbe stata buona. Sembra che sia la prima o seconda melodia preferita dell’album...si chiama Unknown Caller.
M: Puoi sentire l’influenza di Fez?
Per alcuni aspetti. Un paio di queste melodie sono state registrate li. Abbiamo avuto un paio di percussionisti locali un giorno – ma non sono sicuro che quelle melodie abbiano influenzato il disco. Con Unkonwn Caller il suono di Fez si sente perchè abbiamo registrato in un riad. Il modo in cui sono costruite, hanno questo grande atrio ed era dove noi provavamo. Il tetto era aperto e le rondini volavano nell’atrio e vi facevano il nido, all’inizio della melodia si possono sentire queste rondini.
C’e davvero un’atmosfera vera nello spazio in cui abbiamo registrato. Fez è li in quel senso. Ma noi non siamo in un turismo musicale. È lo stesso in Achtung Baby c’era qualcosa ma non era tedesco, sai questo non è Marocchino..è solo gusto.
M: Lanois e stato intervistato un paio di volte da un giornale canadese e la sua parola preferita sembra essere “innovazione”. Dopo tutti questi anni con la stessa squadra, possono gli u2 rompere le barriere?
E: E' quello che cerchiamo di fare, ascoltare qualcosa che non abbiamo mai sentito prima. E' fantastico lavorare con Brian, fa sempre cose molto fresche e noi come band affinche non ci sentiamo come se stessimo esplorando nuovi territori. Non è facile ottenere qualcosa di eccitante, ma una volta che l’hai ottenuto lo sai e questo è tutto per noi. Non avremmo voluto lavorare con qualcun’altro su questo fronte. Sia Brian che Danny sono fonte di ispirazione, lavorarci insieme, apparire all’improvviso nella nostra zona comfort, nella nostra scrittura e nel nostro suonare.
M: La vostra relazione è piu lunga di quella di una qualsiasi altra band/produttore. Ho letto che Brian e Danny hanno scritto con voi?
Abbiamo deciso all’inizio del progetto che avremmo fatto l’offerta a Brian e Danny per vedere dove ci avrebbe portato e penso sia stato grandioso. Penso siano entambi lusingati e credo abbia dato loro coraggio e sicurezza. Queste sessioni hanno delle atmosfere fantastiche, tutti erano di buon umore. Questo non significa che non dobbiamo più andare avanti come gli U2. io e Bono abbiamo lavorato su molto materiale ma è stata questa sessione che ha dato forma al suono dell’album con l'aiuto di Danny e Brian che hanno scritto alcuni testi insieme a noi.
M: Dopo All That You Can’t Leave Behind and How To Dismantle An Atomic Bomb, era il momento di cambiare nuovamente per gli U2?
E: Credo che per noi sia questione di innovazione. Fare All that you can't leave behind e How to dismantle an atomic bomb ci ha ispirato al tempo. Questa volta vogliamo provare qualcosa di diverso e non sapevamo di cosa si trattasse. Sapevamo solo che volevamo innamorarci del processo musicale e vedere dove ci avrebbe portato. Inizialmente non abbiamo pensato dove la musica stava andando stavamo solo suonando insieme per vedere cosa succedeva. Credo che un album emerga dal non concentrarsi a fare un album. Abbiamo davvero seguito il nostro istinto che ci ha portato verso nuove vie musicali. La gente tende a pensare che la nostra musica sia un manifesto di un genere ma è davvero organico, è solo questo che ci interessa ora della musica e andare per questa strada.
M: In che modo si muove Bono ora?
E: Penso ci siamo molte terze persone nelle canzoni. Sta dando a Bono un opportunità di cambiare la sua prospettiva nello scrivere le canzoni. Penso che gli ultimi due album siano molto personali e scritti in prima persona, ma penso che quest’ultimo album abbia, per quanto riguarda i testi, una panoramica più ampia, è ancora personale ed è ancora scritto dalla esperienze e dalle prospettive di Bono, ma ha solo piu libertà.
M: Sono state utili le sue lezioni di piano?
E: Yeah! Ha lavorato su molto materiale da solo e questo è stato utilizzato per differenti progetti a cui stiamo lavorando. È cool! Siamo ancora in una fase in cui possiamo imparare, sviluppare e cambiare e penso che non ci fermeremo in questo processo.
Mi ispira molto vedere Bono che se ne arriva con idee musicali molto forti. Questo è ciò di cui una band è fatta.
M: Sei sempre stato in grado di trovare, in ogni disco della teconologia, con la quale ti sei trovato subito, che tira su una canzone. Where the streets have no name è uscita con dabblings con l’Infinitive Guitar Box e questa volta hai menzionato la tua Death By Audio pedal..
E: È una distorsione particolare del 21 secolo,la chiatarra e uno strumento cosi versatile, ma e molto facile incappare nell cul-de-sac in terms of how it sounds. Amo tutto cio che gli da una diversa personalità e questo, per me , e il punto di partenza. Ho usato Death By Audio Supersonic Fuzz Gun nella canzone No line on the Horizon e in altre due credo. È stato Ben Curtis a consigliarmele. È uno dei fratelli Curtis dai Secret Machine, ora ha una nuova band chiamata School of seven bells che sono interessanti.
M: Quindi quanto lavoro c’è ancora da fare?
E: Molto, come sempre ma ci arriveremo. Non stiamo cazzeggiando questa volta. Questo è personale!
Grazie a Valentina e Deborah per la traduzione
Stay Tuned
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